SCUOLA
DI BARBIANA - 1967
L'arte dello scrivere
A Barbiana avevo imparato
che le regole dello scrivere sono: Aver qualcosa di importante da dire
e che sia utile a tutti o a molti. Sapere a chi si scrive. Raccogliere
tutto quello che serve. Trovare una logica su cui ordinarlo. Eliminare
ogni parola che non serve. Eliminare ogni parola che non usiamo parlando.
Non porsi limiti di tempo. [p. 20]
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L'arte
dello scrivere si insegna come ogni altr'arte.
Ma a questo punto abbiamo
leticato tra di noi. Una parte voleva raccontare come facciamo a scrivere.
Un'altra parte diceva: "L'arte è una cosa seria, ma fatta
d'una regola piccina. Rideranno di noi".
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Noi
dunque si fa così:
Per prima cosa ognuno
tiene in tasca un notes. Ogni volta che gli viene un'idea ne prende
appunto. Ogni idea su un foglietto separato e scritto da una parte sola.
Un giorno si mettono insieme
tutti i foglietti su un grande tavolo. Si passano a uno a uno per scartare
i doppioni. Poi si riuniscono i foglietti imparentati in grandi monti
e son capitoli. Ogni capitolo si divide in monticini e son paragrafi.
Ora si prova a dare un
nome ad ogni paragrafo. Se non si riesce vuol dire che non contiene
nulla o che contiene troppe cose. Qualche paragrafo sparisce. Qualcuno
diventa due.
Coi nomi dei paragrafi
si discute l'ordine logico finché nasce uno schema. Con lo schema
si riordinano i monticini.
Si prende il primo monticino,
si stendono sul tavolo i suoi foglietti e se ne trova l'ordine. Ora
si butta giù il testo come viene viene.
Si ciclostila per averlo
davanti tutti uguale. Poi forbici, colla e matite colorate. Si butta
tutto all'aria. Si aggiungono foglietti nuovi. Si ciclostila un'altra
volta.
Comincia la gara a chi
scopre parole da levare, aggettivi di troppo, ripetizioni, bugie, parole
difficili, frasi troppo lunghe, due concetti in una frase sola.
Si chiama un estraneo
dopo l'altro. Si bada che non siano stati troppo a scuola. Gli si fa
leggere a alta voce. Si guarda se hanno inteso quello che volevamo dire.
Si accettano i loro consigli
purché siano per la chiarezza. Si rifiutano i consigli di prudenza.
Dopo che s'è fatta
tutta questa fatica, seguendo regole che valgono per tutti, si trova
sempre l'intellettuale cretino che sentenzia: "Questa lettera ha
uno stile personalissimo". [pp. 125-126]
Fonte:
Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, Firenze, Libreria
Editrice Fiorentina, 1967