Piccola antologia dello scrivere chiaro

A cura di Matteo Viale

 

 

 


 

 

VINCENZO CERAMI - 1996
Comunicare ed esprimere

 


Un altro vocabolo fondamentale per chi voglia scrivere su più tavoli è linguaggio. Lo scrittore ha un'idea tutta sua del linguaggio, perché lo associa solo ai processi creativi. Se dico: "Quella è una casa", do una semplice informazione. Se invece dico: "Là dentro mangio, dormo, cresco i miei figli e ogni tanto piango", evoco la casa con un tono di voce un po' accorato. Lascio indovinare qualcosa: insieme a un'informazione trasmetto un'emozione. Allo scrittore fa comodo riferirsi al seguente schema: una lingua serve a "comunicare" e un linguaggio serve a "esprimere". Qual è la differenza? Comunicare significa trasmettere informazioni; esprimere significa trasmettere emozioni. Naturalmente le cose sono un po' più complicate perché non poche informazioni vengono trasmesse solo attraverso il filtro delle emozioni e non poche emozioni, per essere espresse, hanno bisogno di un certo numero di informazioni. Di fatto una lingua ha sempre una sua grammatica; e un linguaggio, per la polivalenza, la vaghezza e l'intraducibilità dei suoi messaggi, non ce l'ha mai.


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La primissima idea di un lavoro creativo (di un romanzo, di un film, di una commedia, ecc.) è appena una luce che si accende, per un attimo, sull'opera d'incanto già compiuta. È una prefigurazione. Da quel momento lo sforzo dello scrittore sarà quello di trovare tutti gli elementi in grado di ricreare quell'immagine perfetta, scolpita nella memoria ma troppo lontana per poterla ricostruire in ogni parte. Il suo sarà un lento avvicinarsi a quella intuizione mitica, assoluta (forse anche sbagliata). In quella intuizione sta il novanta per cento di tutta l'attività creativa di un artista. Se si potessero sommare insieme i momenti di creazione pura che uno scrittore (grande quanto si voglia) sperimenta in tutta la sua esistenza, non si arriverebbe neanche a cinque minuti. Tutto il resto è machine, lavoro quotidiano, falegnameria, talvolta perfino routine.


 

 


Fonte: Vincenzo Cerami, Consigli a un giovane scrittore, Torino, Einaudi, 1996, pp. 9-10 e 27

 

 

 

 

       

      Pagina a cura di Matteo Viale Ultimo aggiornamento: 31/10/07